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giovedì 25 luglio 2013

Cani da Guardia

CANI DA GUARDIA: ..ma il “can che abbaia”, morde o no?




Martedì 25 Giugno 2013 - Dopo tutti questi anni che mi sono occupato di cinofilia applicata al cane da guardia, ho ormai  imparato molto bene a distinguere un cane quando abbaia dietro al cancello semplicemente per avvisare il suo proprietario di correre in aiuto, da quello che invece ha serie intenzioni di mordere l’intruso. Nello stesso tempo, l’esperienza mi ha anche insegnato come distinguere l’equilibrio delle persone che mi richiedono un cane da guardia.
Quasi sempre chi necessita veramente di un animale da protezione familiare è una persona per bene, molto equilibrata e che ha qualcosa da difendere, ovvero una casa con giardino ed una famiglia a cui è legato. Si tratta prevalentemente di professionisti, imprenditori, dirigenti, funzionari dello stato ed altre persone di cultura medio alta, per le quali ho avuto la fortuna di lavorare in questi anni, cercando sempre di soddisfare le loro necessità.
Esiste poi purtroppo un’altra “clientela” dalla quale cerco sempre di stare alla larga, oltre a non vendere mai i miei cani, questa è composta dai fanatici e cagnari di basso rango, ovvero individui che spesso vogliono entrare in competizione con tutti, sostenendo che il proprio cane sia il più forte e che morda più di qualsiasi altro; si sfidano spesso a suon d'insulti, lasciando così un’impronta molto distorta di cosa possa essere invece l’animale idoneo per essere impiegato nella difesa della famiglia. Ed è proprio a causa di questi personaggi se oggi il cane da guardia autentico, un tempo nobile animale apprezzato per la sua insostituibile utilità, è stato accantonato da molta gente che tende ormai ad evitarlo per paura di inaspettate aggressività anche nei confronti degli stessi famigliari.
La Federazione Italiana Cani da Guardia sta facendo un grande sforzo per riportare la giusta cultura sul cane che deve occuparsi con GRANDE equilibrio di custodire le case con giardino degli italiani e proteggere le loro famiglie. L’entusiasmo di tutti i soci fondatori della FICG e di altri che si sono uniti negli stessi obiettivi, è dovuto proprio per aver toccato con mano chi è il VERO cane da guardia, quanto sia utile a vivere meglio la propria privacy e come si manifesti sempre affidabile con i suoi proprietari.
In questi anni, io credo di aver venduto meno della metà dei cani da guardia che mi sono stati richiesti e questo l’ho fatto appositamente per porre una solida base al progetto che intendo portare avanti a favore di questo fantastico animale che con il suo antico istinto di protettore, può ritornare ad essere un’insostituibile compagno dell’uomo moderno. Posso dire di essermi sempre scelto la clientela in base ai parametri che mi ero posto quando sono partito e di non aver mai venduto un solo animale ad una persona che non mi ispirasse elevate doti morali o non possedesse i requisiti logistici idonei per detenerlo. I miei attuali clienti sono quasi tutte famiglie con bambini, spesso senza troppa esperienza cinofila ma gente per bene, accomunate dall’esigenza di sentirsi più sicuri nella loro abitazione e chi ha seguito i miei consigli, oggi possiede in giardino dei veri guardiani che contribuiscono concretamente ad una vita più serena.
Ma chi è il vero cane da guardia, ovvero quello più utile alla tranquillità della famiglia?
E’ il cane che abbaia funzionando come deterrente e cerca di lasciare fuori il ladro o quello che se ne sta nascosto, tutto zitto, magari dietro la siepe, ad aspettare l’intruso quando entra per aggredirlo senza mezzi termini?
Per i vostri vicini di casa, sarebbe sicuramente meglio il cane che se ne stesse zitto senza disturbare, … poi vedremo se è vero che questo “morde” di più o di meno di quello che abbaia. Ma per la Legge che garantisce giustamente l’incolumità di tutte le persone e che ci piaccia o no, anche quella del ladro, non ci sono dubbi che preferisce il cane che cerchi con ogni sistema di dissuadere chiunque voglia entrare nella proprietà, evitando inutili incidenti che potrebbero verificarsi.
Io ho impiegato molti anni ad ottenere i cani da guardia che oggi produco, ovvero animali che fungono innanzitutto da grandi deterrenti e in base alle loro singole attitudini, possono anche intervenire più o meno duramente su chi ha ignorato gli espliciti inviti di non entrare nella proprietà. Non per nulla, dalla selezione delle mie cucciolate, ne ricavo svariati soggetti che identifico come prima, seconda e terza scelta caratteriale, graduatoria che sta proprio a significare la garanzia sul futuro coraggio genetico del cane, caratteristica indispensabile in caso di reale necessità. Chiunque sostenga di produrre tutti soggetti omogenei sotto il profilo caratteriale, è semplicemente un ottimista o probabilmente non conosce il concetto di selezione finalizzata ad un risultato.
La cinofilia comune è fatta di tante illusioni, bugie, di fanatiche tifoserie rivolte a razze diverse, di rivalità fra allevatori e fra praticanti di ormai infinite discipline agonistiche, di chi non accetta il concetto che il cane selezionato per bellezza non potrà mai equivalersi per prestazioni ad un altro selezionato per anni solo per le performance caratteriali (nonostante questo lo abbiano già dimostrato centinaia di cinofili prima di me in ogni svariata disciplina). E per il profano non è sicuramente facile capire la strada giusta da percorrere, ma la risposta ad ogni quesito, anche non cinofilo, si può sempre trovare utilizzando il buon senso che spesso regna solo dove esiste un’adeguata cultura e la volontà di ricercare la verità.
Immaginatevi di essere voi in giardino quando arriva un estraneo. Se siete una persona civile ed equilibrata, chiederete: “Sta cercando qualcuno?”. Se poi l’interlocutore farà finta di non sentire e si approccerà a scavalcare il cancello, voi lo avviserete ancora una volta esclamando con voce più alta e risentita: “Ma dove va? Questa è una proprietà privata!”. Se a quel punto non sarete ulteriormente ascoltati, sarà arrivato il momento di intervenire fisicamente e tutto dipenderà dal vostro coraggio di affrontare o meno l'intruso (..e anche la fuga potrebbe rivelarsi una buona soluzione). Non ho mai sentito parlare di persone “sane di mente” che lascino appositamente il cancello aperto e si nascondano dietro ad una siepe con l’intento di massacrare di bastonate chiunque entri nel loro giardino, avvallandosi della ragione che quella è una proprietà privata. E se mai dovessero esisterne, la Legge provvederebbe immediatamente ad emarginarle con una lunga custodia cautelare.
La stessa cosa deve fare il VERO cane da guardia.
Innanzitutto DEVE avvisare con l’abbaio chiunque d'estraneo si avvicini alla recinzione, poi aumentare i segni di aggressività ed avvicinarsi alla recinzione, tipo ringhi ed esposizione dei denti, se questo è indifferente all’intimazione e non intende arrestarsi. Solo come ultimo stadio, scegliere di scontrarsi con chi ha deciso di scavalcare la recinzione.
Il cane che invece non abbaia, per poi aggredire senza avvertimento il mal capitato non appena entra nella proprietà, non è un cane “normale”, in quanto sta mettendo in atto delle procedure che sono atipiche per la specie animale dei canidi e quindi non previste dalla Natura.
Non esiste canide che vivendo allo stato brado, scelga lo scontro con il nemico, senza prima cercare di evitarlo con segnali premonitori e questa è specialmente una strategia applicata dal lupo che è il diretto progenitore del nostro Amico a 4 zampe. Se i componenti del branco, invece di utilizzare un complicato ma utile processo di ritualizzazione, mirato a trovare sempre un accordo di mediazione, scegliessero spesso lo scontro fisico fra di loro, si sarebbero già estinti da millenni come specie, appunto per le conseguenze subite sia dai vincitori che dagli sconfitti.
Nella stessa fase di predazione, durante la caccia, dove lo scontro è inevitabile, voi non immaginate quante regole vengano applicate da tutti i membri del branco per salvaguardare la propria incolumità, specialmente se si tratta di soggetti preposti alla riproduzione.
Quindi, l’UNICO cane da guardia equilibrato, di cui la famiglia si deve fidare, è quello che avvisa e minaccia con tutte le sue forze l’intruso che si avvicina alla recinzione, infatti è proprio con questi atteggiamenti che l’animale dimostra il suo equilibrio. Quando un animale è sano di mente, deve sempre far ricorso al suo istinto naturale di autoconservazione, senza di questo risulta un essere anomalo che se vivesse allo stato brado, non sarebbe sopravvissuto.
Il cane deve necessariamente abbaiare con foga alla recinzione per cercare di evitare lo scontro con il suo nemico (lo sconosciuto), per poi passare alle vie di fatto solo in casi di estrema necessità. Non c’è motivo che un animale equilibrato accetti lo scontro se può ovviarlo con altri sistemi meno pericolosi. Probabilmente alcuni proprietari fanno fatica ad assimilare questi concetti ma il cane, in qualità di animale, è già nato conoscendoli alla perfezione!
Sono vecchie come il mondo le discussioni di chi sostiene di possedere cani che non abbiano all’estraneo, ma passano subito alle vie di fatto in maniera ancora più efficace. Addirittura un giorno una persona mi scrisse che il suo cane da guardia, di cui lui era tutto orgoglioso, non abbaiava e lasciava entrare chiunque, ma in compenso non ne lasciava uscire più nessuno. Credo che si trattasse di una delle tante “spacconerie” sentite nella mia vita di cinofilo e non mi preoccupai mai di scoprire se la notizia corrispondesse a verità, come invece mi lasciò assolutamente basito l’orgoglio che dimostrava il suo proprietario nel raccontarlo. Ed ogni volta che sento certe strampalate affermazioni, penso sempre che per poter diffondere ovunque l’esatto concetto dell’autentico cane utile alla guardia, ci sarà ancora molto lavoro d fare...
Spesso certe fantasie cinofile nascono da chi deve pur inventarsi qualcosa per giustificare l’inefficienza dei propri animali ritenuti forzatamente da guardia, anche perché magari sono già stati venduti dei cuccioli, figli degli stessi soggetti, a persone che oggi si stanno lamentando. C’è anche qualcuno che ha la sfortuna di possedere un cane che è stato traviato dalla selezione artificiale dell’uomo. Ovvero un animale che ne risente di squilibri caratteriali, dovuti a remoti accoppiamenti in consanguineità con lo scopo di esasperare l’aggressività immotivata dell’animale. Ne sono un chiaro esempio i cani destinati ai combattimenti, dei quali non si desidera che ragionino su cosa stanno facendo, né tanto meno intendano applicare la procedura preventiva della ritualizzazione, ma che accettino di combattere spregiudicatamente per il divertimento delle folle.
In Asia centrale, nel Caucaso, in Anatolia, in Transilvania e altre zone da dove derivano ottimi cani da pastore, i soggetti che lavorano con le pecore utilizzano moltissimo l’abbaio premonitore prima dell’aggressione, in quanto serve come deterrente contro il lupo, predatore di gran lunga più micidiale di qualsiasi cane da pastore ma che sceglie comunque sempre di evitare lo scontro per l’elevato istinto naturale di autoconservazione, altri invece, tipo le femmine, abbiano semplicemente per avvisare il pecoraio che è in arrivo il pericolo.
Queste tipologie di cani “al naturale”, però non si manifestano quasi mai dei buoni combattenti capaci di offrire quello spettacolo che il popolo desidera vedere nelle arene, perché si scontrano solo contro i loro antagonisti per validi motivi legati a processi di sopravvivenza o riproduzione: il territorio, il calore delle femmine, la difesa del cibo, etc.. Allora l’uomo ha imparato nel tempo ad intervenire maldestramente con una selezione mirata a limitare il loro istinto di autoconservazione, con lo scopo di produrre animali che accettino spregiudicatamente di combatte sempre ed ovunque, spesso anche senza logica o motivo. Molti dei vincitori di questi assurdi tornei diventarono poi famosi, conosciuti dal popolo come veri gladiatori e quindi molto ambiti da alcuni allevatori che decisero di utilizzarli per gli accoppiamenti, con lo scopo di venderne facilmente i cuccioli a prezzi più elevati. Tutto questo ha portato oggi a grandi anomalie caratteriali nella genetica di alcuni cani da pastore commercializzati in tutto il mondo, specialmente appartenenti ad alcune linee di sangue, oggi anche utilizzate per le esposizioni di bellezza, dove si può individuare facilmente fra gli antenati la presenza di campioni di combattimento.
E’ quindi possibile che in qualche soggetto, ormai lontano geneticamente dagli autentici cani da pecore, si manifesti il comportamento di non abbaiare al pericolo, ma di passare subito allo scontro diretto. Si tratta però di casi isolati e da scartare dalla riproduzione in quanto portatori di caratteristiche altamente inaffidabili poiché innaturali.
Per concludere posso quindi dire che il “can che abbaia” morde, eccome se morde!
Dipende però di che cane si tratta.
L’autentico cane da pastore guardiano di greggi è un animale molto estroverso e trasparente nelle sue intenzioni. Se ha paura indietreggia per salvaguardarsi, ma se prima abbaia all'uomo, poi ringhia alzandosi contro la recinzione e mostra i denti guardando fisso l’estraneo negli occhi, è molto difficile che si sottrarrà successivamente da un ipotetico scontro. E questo l’ho constatato più volte a mio malgrado, con dei cani di miei clienti non chiusi e custoditi a dovere per semplice leggerezza.
Ogni cane accetta lo scontro REALE con l'avversario (nulla a che vedere con quello sportivo) SOLO in base al suo coraggio genetico che possiede fin dai primi giorni di vita e poco serve ogni altro tipo di addestramento.
Per me e per tutti gli aderenti alla Federazione Italiana Cani da Guardia, l’ipotetico guardiano che non abbaia all’estraneo quando si avvicina alla proprietà, anche se fosse il più micidiale “morsicatore” esistente al mondo,non ha alcun valore e non merita di essere portato avanti nella riproduzione.
La Federazione Italiana Cani da Guardia favorisce solo quei cani che manifestino palesemente i loro istinti naturali e si possano quindi considerare molto affidabili nei confronti dei familiari che li ospitano. Infatti l’imprevedibilità è da considerarsi una delle caratteristiche genetiche più pericolose per un animale che viva tutto il giorno a contatto con le persone, specialmente per i bambini che non riuscendo a capire le intenzioni del cane, potrebbero dover subire aggressioni anche di carattere letale.
Inoltre, essendomi occupato per svariati anni anche di sicurezza abitativa anticrimine, mi sono reso conto che nella realtà, non avviene mai che il ladro entri in un giardino con una coppia di attivi cani da guardia che abbaiano e ringhiano al cancello.
Il ladro non è un gladiatore! E’ solo un ladro.
Lui ruba per professione o per disperazione e vuole semplicemente prendersi le nostre cose per rivenderle, traendone un profitto economico. Tutto questo intende farlo molto rapidamente e senza che nessuno lo scopra. Quindi evita ogni scontro inopportuno perché lo ritiene troppo rischioso per la sua incolumità.
Proprio come fa sempre il nostro BUON cane da guardia che abbaia con foga a chi rappresenta un pericolo e si avvicina alla recinzione!

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